Grandi del passato: Il “Grande Verona” del 1984-1985

Claudio Garella, Sergio Spuri, Mauro Ferroni, Silvano Fontolan, Fabio Marangon, Luciano Marangon, Roberto Tricella, Hans-Peter Briegel, Luciano Bruni, Antonio Di Gennaro, Dario Donà, Pietro Fanna, Luigi Sacchetti, Antonio Terracciano, Franco Turchetta, Domenico Volpati, Preben Elkjær Larsen, Giuseppe Galderisi

Sono i nomi dei 18 protagonisti che nella stagione calcistica di Serie A 1984/1985, un’annata in cui in Italia giocavano contemporaneamente Zico, Maradona, Platini, Rummenigge, Falcao e molte altre leggende del calcio giocato, riuscirono a portare il tanto ambito Scudetto nella città di Verona.

La squadra si presenta all’inizio del campionato reduce da un’ottima stagione, terminata con il quarto posto, e con Bagnoli che chiede nuovi innesti per la stagione che sta per iniziare. Dal nord Europa arrivano due giocatori che si riveleranno fondamentali: Hans-Peter Briegel e Preben Elkjær Larsen, decisivi nell’anno dello scudetto.

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Il tecnico dei veneti chiedeva alla sua squadra molto possesso palla e ripartenze fulminee, accompagnate sempre da circa 5 giocatori, una tattica molto simile anche a quella che sarà usata anni dopo dal Barcellona. Ma non solo, Bagnoli introdusse anche il centrocampo a zona, non disdegnando l’uso del catenaccio, utilizzato nei momenti di assedio avversario.

Ovviamente in quella stagione Bagnoli trovò degli interpreti perfetti per la sua idea di gioco, ma la sua più grande qualità era riuscire a capire da ognuno dei suoi giocatori, nonostante la rosa non molto folta, cosa potesse dare, e capire il momento giusto per utilizzarli, generando degli equilibri perfetti.

Ma parliamo ora proprio di chi ha gestito quella grande piccola squadra, quel magnifico Verona: un uomo normale, Osvaldo Bagnoli potrebbe essere definito come un uomo qualunque, tranquillo e pacato nei modi.

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Il suo grande merito fu quello di essere in grado di ottenere risultati incredibili sul campo nonostante la qualità di quella squadra, formata si da buoni giocatori ma non da fenomeni come le altre grandi di quel campionato.

Il Verona di quella stagione fu l’esempio della forza di un gruppo unito in grado di sconfiggere i giganti del calcio di allora. Quell’annata resterà per sempre nel cuore di Verona e dei Veronesi, e con il passare del tempo le imprese di quella squadra non sbiadiscono, ma anzi si rafforzano sempre più, restando per sempre nel cuore di una città che ha dato, dà e continuerà a dare un’amore grandissimo alla sua squadra.

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La storia di quel Verona non svanirà mai e resterà per sempre nel cuore di una città che ha dato, da e continuerà a dare un’amore grandissimo alla sua squadra.

 

Una delle partite più importanti e simboliche di quell’annata fantastica per il Verona fu la prima partita della stagione contro il Napoli a Verona. In quella partita vi fu l’esordio in Serie A di uno dei più grandi fenomeni del calcio, Diego Armando Maradona. “El pibe de oro” come venne soprannominato il fenomeno argentino  esordirà nel campionato italiano proprio a Verona, Maradona venne preso in consegna dal tedesco Briegel. Questa mossa di Osvaldo Bagnoli si rivelò vincente, il tedesco annullò completamente il fenomeno arrivato dal Barcellona e segnando anche uno dei tre gol della squadra Veneta.

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