Juve, una semifinale lunga dodici anni, che rivincita per il calcio italiano

12 anni, 144 mesi, 4.383 giorni dopo la Juventus torna ad iscriversi al G4, il personalissimo “club” delle magnifiche 4 d’Europa. E pazienza che lo faccia dopo una partita nella quale paura e rischi, pur senza veri e propri pericoli corsi, sono stati i veri protagonisti, troppa era l’importanza della posta in palio per aspettarsi una partita diversa. E’ il calcio italiano, e nel bene o nel male va preso così, con l’attitudine che da sempre ci ha portato ad avere una fase difensiva magistrale, oltre che splendidi interpreti nel ruolo di portieri e difensori.

zalayeta Era esattamente il 22 Aprile 2003 quando la Juventus, con la zampata del Panteròn Zalayeta, espugnava il Camp Nou per 2-1 ed approdava alla semifinale contro gli allora Galacticos di Del Bosque, una schiera di campioni da Zidane a Ronaldo, passando per Figo e Raùl, i quali non bastò il talento contro una delle Juventus più coraggiose e spettacolari di sempre. 12 anni fa, quando non esistevano ancora i tablet, Facebook e Twitter non sapevamo nemmeno cosa fossero, i calciatori potevi ascoltarli soltanto in tv nelle interviste, Youtube era soltanto una parola priva di senso, un decennio calcistico fa, andato di pari passo con le scoperte e la tecnologia.

imagesNel mezzo, dopo la firma di Lippi, che portò i bianconeri fino alla finale poi persa ai rigori contro il Milan, nessuno era mai riuscito a risuperare lo scoglio dei quarti, dalla stesso tecnico viareggino uscito contro il Deportivo alla super Juve di Capello fermata prima da Liverpool e poi da Arsenal, da quella di Ranieri, dopo il purgatorio della Serie B, che si arrese, seppur con coraggio, ai futuri vicecampioni del Chelsea, a quella di Ferrara, uscita malconcia e zoppicante già nella fase a gironi in una delle annate più disastrose della storia bianconera, fino a quella plurititolata di Conte, fermata prima dal Bayern ai quarti e poi dall’inferno turco di Istanbul nell’incredibile partita con il Galatasaray nella fase a gironi. Chi avrebbe puntato un euro sulla Juve tra le big four ad inizio stagione, quando i cori pro Conte, neo dimissionario erano tanti e i dubbi molteplici? Allegri è invece riuscito dove suoi illustri predecessori avevano fallito, ma soprattutto i bianconeri hanno mostrato una maturità, specie nella gara di Dortmund, da grande anche in Europa. Essere nuovamente nelle big four significa anche grande crescita, e pazienza se ora ci saranno solo colossi da affrontare, in fondo si chiama Champions League, e lo scopo è quello di confrontarsi con le migliori del continente.

Inutile sottolineare come si, anche la fortuna abbia fatto la sua parte, e ad un sorteggio benevolo si sia aggiunta anche qualche svista arbitrale, ma anche questo è il calcio nel mene e nel male, la ruota gira, la fortuna idem, i bianconeri pagarono dazio nella finale con il Real Madrid del 1998 quando un gol in offside di Mijatovic decise la sfida, ora si avvantaggiano di un contatto avvenuto fuori area nella gara d’andata con i monegaschi. Signori è il calcio, così come il calcio insegna che chi prende meno gol alla fine magari vince pure, chiedere a Mourinho o Simeone per informazioni, che con i loro pullman parcheggiati davanti le aree di rigore hanno spesso ottenuto risultati importanti, o a Marcello Lippi, fantastico condottiero dell’Italia campione del Mondo 2006 che prese soltanto due gol durante il torneo, un’autorete e uno su rigore.
Stretta nella morsa della tensione e con i crampi allo stomaco tipici delle grandi sfide, quelle nelle quali ti giochi tutto e hai tutto da perdere, la Juventus ha pensato bene di resistere all’assalto monegasco, correndo si qualche rischio ma ottenendo, in termini pratici, lo scopo prefissato.
PFAE7YRX3296Erano cinque anni che il calcio italiano non si affacciava ad una semifinale di Champions, è il secondo consecutivo che, sempre il calcio italiano, centra una semifinale, dopo quella di Europa League dello scorso anno con sempre protagonisti i bianconeri. Intanto a sorridere è anche e soprattutto il ranking Uefa, che vede l’Italia in forte ascesa e capace di recuperare posizioni su tutte le dirette avversarie, alla faccia di chi parla tanto del nostro calcio, quello catenacciaro e poco spettacolare vero, quello dei pizzaioli, verissimo,  ma in fondo anche quello così pratico e vincente, che ha fruttato ad ora 4 Mondiali e 48 coppe europee.

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