Maglie maledette: la 9 del Milan

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Dopo il ritiro dal calcio giocato di Filippo Inzaghi, uno che qualche gol l’ha realizzato in maglia rossonera, c’è stato un via vai di possessori del numero del bomber per antonomasia, senza che nessuno riuscisse ad onorarla. Come se non bastasse, la storia dei numero 9 rossoneri post Inzaghi è legata da una matrice comune:nessuno è durato più di una stagione, ben 5 su otto nemmeno mezza.

E’ il 13 Maggio 2012 quando il SuperPippo rossonero gioca la sua ultima gara, andando a segno contro il Novara, per poi appendere gli scarpini al chiodo ed intraprendere la carriera di allenatore.

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Nella stagione 2012/13 la numero 9 va sulle spalle di Pato, ragazzo dall’infinito talento, che nelle sue primissime stagioni rossonere ha regalato non poche soddisfazioni ai tifosi, ma anche dalla grande fragilità fisica. In campionato il brasiliano, fermato dai mille problemi fisici, raggranella solo 4 presenze, va meglio in Champions, con 3 presenze e 2 reti. Al giro di boa, con sole 7 presenze, il Milan decide per la cessione del ragazzo, puntando sull’arrivo di Balotelli.

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Dopo sei mesi senza padrone la 9 rossonera va sulle spalle di Alessandro Matri, cresciuto proprio nella Primavera rossonera a stretto contatto con Pippo Inzaghi. E’ la stagione 2013/14, l’ex bianconero, arrivato negli ultimi giorni di mercato, fa fatica, come tutta la squadra, totalizza 15 presenze senza mai impressionare, andando a segno soltanto in 1 occasione, nella sconfitta contro il Parma. Come per il suo predecessore anche Matri fa le valigie dopo 6 mesi, destinazione Firenze.

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Nel 2014/15 la 9 del Milan sembra poter tornare sulle spalle giuste, a Milano arriva dal Chelsea Fernando Torres, seguito da Galliani sin dai tempi dell’Atletico Madrid. Non sarà più il Torres di una volta ma potrà esser molto utile all’allenatore, guarda caso proprio Inzaghi, questo il pensiero comune dei giornalisti. E invece niente, lo spagnolo fa fatica, trova il suo primo  e unico gol rossonero contro l’Empoli, poi tanta panchina e prestazioni opache. Come va a finire? Ovviamente con la cessione dopo 6 mesi, tornando nella sua prima squadra, l’Atletico Madrid.

Il Milan non resta però a guardare, dopo una corte serrata durata tutto il mercato invernale Galliani mette a disposizione di Inzaghi un altro numero 9, Mattia Destro,reduce da tante panchine ma anche da un’ottima media gol con la maglia della Roma. Realizza il suo primo gol rossonero contro l’Empoli (guarda caso…), poi si ripeterà soltanto altre due volte, realizzando in totale 15 presenze e 3 reti in rossonero, troppo poco per essere riscattato, tornando a Roma dopo 6 mesi, per poi trasferirsi al Bologna.

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Stagione 2015/16, il nuovo Milan di Mihajlovic cerca bomber esperti e navigati per potersi destreggiare tra le difese della Serie A, con il colombiano Bacca arriva, dallo Shaktar Donetsk, il brasiliano Luiz Adriano, esperienza da vendere e tante reti in Ucraina. Il numero 9 va sulle spalle del brasiliano, che trova il suo primo centro in  campionato (aveva già segnato in Coppa Italia contro il Perugia) proprio contro l’Empoli. La storia ormai la sapete già, prestazioni opache, tanta panchina,  3 gol all’attivo in Serie A (più 2 in Coppa Italia) e il trasferimento dopo soli 6 mesi in Cina saltato soltanto per motivi economici e ritardato di anno, al mercato invernale del 2017, destinazione Russia.luiz adriano

Nel 2016 il Milan decide di puntare su Vincenzo Montella, allenatore che a Firenze aveva dimostrato di saperci fare con i giovani, e per l’attacco si decide di investire sulla rivelazione della Serie B, quel Gianluca Lapadula seguito anche dalla Juventus e strappato a suon di milioni alla concorrenza. Il ragazzo parte come prima riserva da buttare nella mischia, ma nel corso della stagione si ritaglia gradualmente il suo spazio, segna il primo gol in A contro il Palermo, si ripete qualche settimana dopo con una doppietta proprio al solito Empoli, finirà la stagione con 27 presenze, molte a gara in corso e 8 reti, meglio dei suoi predecessori sicuramente, ma anche lui senza arrivare in doppia cifra. A fine stagione l’ennesimo cambio di maglia, destinazione Genova.

E’ l’estate del 2017 e il proprietario della maglia numero 9 del Milan cambia ancora una volta, come ormai ininterrottamente dal 2012, a Milano cambia la proprietà, si investe su giocatori affermati come Bonucci e giovani in rampa di lancio come Kessiè e Andrè Silva. Proprio il portoghese eredita la maglia più pesante della recente storia rossonera, ed i risultati sono per l’ennesima volta disastrosi. L’ex Porto non riesce mai a convincere, mostrando sprazzi di talento soprattutto in Europa League ( con 8 reti) meno in Serie A, dove all’attivo al termine della stagione conterà soltanto due reti, contro Genoa e Chievo a Marzo 2018, cambiando casacca a fine stagione per andare al Siviglia.

Nell’estate del 2018 il Milan cerca l’ennesimo attaccante della sua storia recente, ma questa volta la scelta ha tutto per essere quella giusta, il profilo è di quelli importanti, goleador navigato, ingaggio importante, tripla cifra di reti in Serie A, è Gonzalo Higuain, trasferitosi dal Napoli alla Juventus a suon di milioni soltanto due anni prima e spodestato dal bianconero solo dall’arrivo di Cristiano Ronaldo. I tifosi lo acclamano, lui promette impegno e gol, il primo arriva a metà settembre contro il Cagliari, permettendo ai rossoneri di pareggiare una gara che si stava mettendo male. Sembra il primo di tanti gol in rossonero, invece le prestazioni del Pipita caleranno drasticamente, come tutto il rendimento della squadra, fuori subito alla fase a gironi di Europa League (con due reti dell’ex Napoli e Juve) e in linea di galleggiamento tra la zona Champions e quella Europa League in campionato. Il punto di svolta avviene nella gara da ex, sfida che contro il suo passato napoletano lo aveva spesso esaltato, ma che invece in Milan-Juventus finisce per iniziare a far scorrere i tioli di coda della sua avventura milanista, sbagliando un rigore voluto calciare a tutti i costi e finendo per farsi espellere nei minuti finali di gara, con tanto di 3 giornate di squalifica. Fin lì l’argentino aveva trovato 5 gol in campionato, ne troverà soltanto un altro in maglia rossonera, nell’ultima gara del 2018, contro la Spal, dopo un digiuno di due mesi, quando però l’idea di volare a Londra al Chelsea, dal suo ex allenatore Maurizio Sarri, era ormai fissa nella sua testa.

Da Pato a Higuain, storia di numeri 9, storia di maledizioni, e se davvero sarà Piatek il prossimo bomber del Milan, i tifosi rossoneri già sperano che non prenda quella maglia.

Una maledizione post Inzaghi che sembra non lasciar scampo, cambiano gli interpreti, la nazionalità, il numero di gol (pochi), ma non la sostanza, nessun 9 rossonero nel recente passato si dimostra all’altezza del numero che indossa. Dopo un apprendistato di sei mesi con il 19 sulla schiena e diversi gol segnati Krzysztof Piatek ha deciso di passare al numero 9, sarà lui finalmente l’attaccante in grado di spezzare la maledizione dei bomber rossoneri?

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