La sua creazione risale alla fine degli anni ’60, venendo resa famosa dalle varie firm dei Dockers, appena prima dell’avvento (1972) dei temutissimi Bushwackers, che ne fecero comunque largo uso.
L’importantissima idea che girava dietro a questa vera e propria arma era il fatto che l’hooligan riuscisse a passare tranquillamente i controlli della polizia che si stavano facendo più intensi a causa delle violenze perpetrate negli stadi. Erano vietate, per esempio: penne, pettini di metallo, spille, scarponcini e, addirittura, confezioni di caramelle Polo. I giornali, tuttavia, erano ancora ammessi sulle terraces e gli hooligans di Londra Est non si fecero scappare l’occasione.
Se non stavi attento, il tranquillo signore che leggeva il giornale accanto a te, poteva trasformarsi in un violento con un “mattone”; per rendere il brick più pesante i tifosi immergevano il giornale in un liquido. Altre varianti, ben più complicate da portare nello stadio però, coinvolgevano anche penne (da inserire come punte nel brick) e bastoni per fare mazze pesanti.
La particolarità di quest’arma era anche il fatto di poterla far sparire in tutta tranquillità srotolando il giornale, di modo che all’arrivo della polizia non ci fosse certezza su chi avesse commesso queste violenze ai danni dei tifosi avversari. Ovviamente i tifosi avversari non volevano che i violenti venissero portati fuori dal loro settore dalla polizia in modo da poter avere la propria vendetta quindi, quando la polizia arrivava a controllare, nessuno fiatava.
Il Milwall Brick è usato tutt’oggi nelle arti marziali, non molto invece negli stadi inglesi, dove le violenze sono praticamente assenti.